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PREVENZIONE CRISI ADOTTIVE

La crisi adottiva si manifesta quando il conflitto familiare, all’interno di una famiglia adottiva, non è più percepito come occasione per modificare le relazioni, ma di distruzione dei legami. Non si tratta quindi di un singolo evento ma di una serie di accadimenti che si snodano su archi temporali più o meno lunghi. E’ preferibile parlare di crisi adottiva, e non di fallimento, in quanto è una situazione che contiene in sé la possibilità di trasformazione, di crescita, di cambiamento.  
La crisi adottiva può essere collocata tra due estremi: la separazione dei genitori adottivi e l’espulsione dei figli dalla famiglia con il conseguente ricollocamento in comunità, se minori. In mezzo, un’infinita serie di situazioni e logoranti tensioni familiari che a volte appaiono insopportabili. In età adolescenziale comprendono spesso situazioni di devianza: abuso di alcol, sostanze, ludopatie ecc. o di ritiro sociale, in primis dalla scuola. La tentazione di arrendersi diventa forte soprattutto se manca una rete familiare allargata e amicale empatica di riferimento; spesso invece le famiglie vivono un’angosciante solitudine. I genitori adottivi che all’inizio erano stati valutati e ritenuti idonei, capaci e all’altezza del compito dal Tribunale de
i Minori su relazione dei Servizi sociali, ora si sentono inadeguati: giudicati dalla scuola, dagli altri genitori, da chi ritiene la scelta adottiva perdente a priori, spesso dal proprio ambiente familiare. 
In momenti particolarmente critici e conflittuali, la mediazione familiare e dei conflitti è l’unico spazio in cui è ancora possibile che la famiglia si fermi e ponga una domanda di aiuto. E’ un setting che la famiglia adottiva non ha ancora esplorato. Infatti, la mediazione familiare e dei conflitti, per la riservatezza, il non giudizio, l’assenza di diagnosi e di relazioni scritte, viene percepita favorevolmente e apre reali scenari di comunicazione efficace, in un’ottica di trasformazione della realtà. Aiuta a mettere a fuoco i bisogni di tutti e a riconoscere le risorse residue ancora presenti, progettando scelte concrete e condivise per il presente e per il futuro.

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